IL CONVEGNO
L’11 aprile, presso il Museo del
Sannio si è tenuto un convegno dal titolo "L'adozione. Il diritto del
bambino a una famiglia", rivolto in maniera particolare alla figura degli
avvocati. I minori, i diritti, le tutele, la legislatura al centro del
l'incontro
Il 20 Novembre 1989 le Nazioni
Unite hanno rettificato la Convenzione sui diritti dell'infanzia, secondo cui
si esprime un consenso su quali sono gli obblighi degli Stati e della comunità
internazionale nei confronti dell'infanzia. In conseguenza a tale convenzione
ogni anno, il 20 novembre, è ricordato con la commemorazione della Giornata
internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
I bambini al centro dell'attenzione del convegno "L'adozione. Il diritto del bambino a una famiglia", organizzato da L'Associazione famiglie Adottive "La Casa di Giuseppe", in collaborazione con l'Associazione IN.FI.e.RI., la Camera Minorile di Benevento e il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Benevento.
I bambini al centro dell'attenzione del convegno "L'adozione. Il diritto del bambino a una famiglia", organizzato da L'Associazione famiglie Adottive "La Casa di Giuseppe", in collaborazione con l'Associazione IN.FI.e.RI., la Camera Minorile di Benevento e il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Benevento.
L'adozione, appunto, un tema
tanto ampio quanto ancora "caldo", che affonda le sue radici nella
storia più antica, addirittura vi sono tracce nelle antiche e conosciute leggi
del "codice di Hammurabi" in cui si menzionavano i diritti e doveri
degli adottandi e degli adottati. L'incontro ha preso il via con una breve
proiezione in cui si è lasciata la parola ai bambini in merito all'adozione,
esprimendo tutti la consapevolezza del diritto, da parte appunto dei minori che
vivono condizioni di vita aberranti, ai quali l'infanzia è praticamente negata,
di avere una famiglia.
"Diritto del minore ad una
famiglia" è anche la nuova titolazione della legge 149/2001 che è andata a
sostituire la precedente, la legge 184/1983, dove effettivamente viene
riconosciuto al bambino adottato non solo una tutela, ma soprattutto il diritto
a lui strettamente connesso di dover avere un'appartenenza familiare. Sono
intervenuti gli avvocati Luisa Ventorino, Maria Carla Pietrantonio ed Alberto
Mazzeo e la dottoressa Maria Rosaria Zoino, il dottore Gennaro Petruzziello e
Sergio Fattore.
Quest'ultimo è il presidente
dell'Associazione " La Casa di Giuseppe", nata da un'idea di Pino De
Cicco come risultato dell'esperienza di numerose famiglie adottive residenti
nella provincia beneventana che si sono incontrate per confrontarsi,
condividere ed affrontare insieme il personale percorso dell'adozione.
L'incontro e confronto tra loro ha avuto un esito positivo, tanto da continuare
attraverso riflessione e condivisione. Si è venuta a sviluppare, in questo
modo, anche una rete di contatti tra le famiglie adottive e quelle che
intendono adottare. L'Associazione vuole, inoltre, informare e sensibilizzare
in tema di adozione a partire dalle scuole in collaborazione con le istituzioni
locali, oltre a progetti specifici che includano percorsi di mutuo-aiuto a
sostegno e accompagnamento delle coppie e delle famiglie per una genitorialità
consapevole. Interessante è stato l'intervento di Maria Carla Pietrantonio, in
triplice veste: vicepresidente dell'Associazione, avvocato e genitore adottivo
che ha spiegato i processi di adozione sia da un punto di vista umano che da un
punto di vista legale.
La figura dell'avvocato, in tale
iter, assume un ruolo marginale , in quanto la domanda di adozione è
accessibile a tutti, costituita in buona parte da autocertificazioni. Risulta,
invece, più difficile la "gestazione adottiva". Un primo enorme
deficit è dato dalla lentezza assolutamente gratuita del Tribunale dei minori
e, in questo caso, la figura di un avvocato potrebbe ritornare più che utile
per facilitare il rapporto con le figure giudiziarie. Sia ben chiaro che è il
bambino che attende il diritto ad avere una famiglia.
La domanda di adozione oggi si
può fare on line e successivamente seguirà l'analisi dell'idoneità dei coniugi
( i servizi sociali de Comune). Step numero due: la coppia adottante seguirà
dei corsi in materia di adozione, cui seguiranno indagini di pubblica sicurezza
ed una relazione sanitaria. La legge prevede che tutte queste indagini durino
all'incirca 120 giorni. Step successivo: il Comune acquisisce le informazioni e
le passerà al vaglio, colloquiando anche con la coppia adottante, attraverso la
figura di un giudice onorario ed uno psicologo. Se l'esito risulterà positivo,
verrà rilasciato alla coppia un patentino di idoneità all'adozione e questi
saranno inserito in una banca dati. Il bambino sarà dato in adozione solo
quando le caratteristiche della coppia, si riterrà siano compatibili con quelle
del minore. Parte, così, la pre-adozione e successivamente quella definitiva.
Spiegata cosi, in maniera sintetica, al di la del tempo infinito di richiesta,
pare non ci siano problemi. Invece non è così, ce ne sono tanti e tra questi il
"rischio giudiziario".
L'avvocato Pietrantonio ha fatto
notare come l'organizzazione tecnica pecchi parecchio in questo campo, andando
a ledere praticamente la tutela del minore, che effettivamente resta solo sulla
carta. Ribadendo che il fattore tempo di attesa è davvero lungo, bisogna
ricordarsi che la domanda di adozione ha la durata di tre anni, dopo di che è
necessario rinnovarla. Altro problema: la disinformazione in merito, ecco anche
perché il ruolo di un avvocato potrebbe risultare importante. All'aspetto più
propriamente tecnico-pratico, bisogna aggiungere che le coppie adottive sono
totalmente abbandonate a se stesse. Spesse volte diventa un percorso duro e
difficile non solo per i genitori, ma anche per il bambino. Si è fatto notare,
nell'ambito del convegno, che una volta adottato il minore, i servizi sociali
spariscono, per cui non vi è un continuum tra prassi scritta ed azione
concreta. Molte volte diventa difficile rapportarsi con la società, soprattutto
quando il bambino inizierà ad andare a scuola, da aggiungere a questo, poi, il
momento della rivelazione che rappresenta un tassello delicato, anzi
delicatissimo.
Ad oggi si sono fatti parecchi i
passi avanti in campo di adozione nazionale, questo bisogna pur dirlo, ma è
anche vero che si tratta di un ambito talmente ampio e delicato che dovrebbe
risultare efficiente in toto. A tutto questo si deve necessariamente sommare
una cultura formativa assoluta, che ponga perennemente al centro il diritto del
minore.